Comitato Treviglio’22: attivato il tavolo di lavoro sulla cultura

Si è riunito martedì 21 dicembre il primo tavolo di lavoro tematico attivato per il 500enario del Miracolo della Madonna delle Lacrime. Erano presenti mons. Norberto Donghi, l’imprenditore Luca Secchi, la storica Barbara Oggionni, l’attore Carlo Pastori, l’uomo di teatro Gabriele Allevi: si sono confrontati sulla declinazione teatrale dell’evento, esplorando in un brain storming alcune iniziali possibilità di sviluppo del tema.

L’idea dei tavoli nasce infatti per coinvolgere quanto più possibile la città nei suoi numerosi ambiti. Ad esempio quello culturale, artistico, industriale, commerciale, educativo, turistico solo per citarne alcuni. «L’ambizione – spiega Luca Secchi – è quella di realizzare iniziative di alto livello che animino la città di Treviglio, ma che siano anche in grado di uscire dai confini cittadini per raggiungere una dimensione provinciale o perfino nazionale». Per questo motivo, i tavoli diventano anche luoghi di moltiplicazione delle relazioni. La prima riunione del gruppo teatrale si è infatti conclusa con molte idee lanciate sul tavolo e l’impegno a rivedersi a metà gennaio con un gruppo allargato ad altri professionisti che portino ulteriori idee e favoriscano ulteriori possibilità.

Nelle prossime settimane, il comitato organizzatore Treviglio22 attiverà altri tavoli che contribuiscano a rendere il 2022 «un anno da ricordare», come recita lo slogan scelto dalla Comunità pastorale. Un anno santo, grazie alla concessione di Papa Francesco, caratterizzato da Giubilei che coinvolgeranno tutta la città (vedi box a lato). Un anno che affiancherà alle celebrazioni religiose anche una serie di eventi laici, culturali, ma anche commerciali, con l’obiettivo di rendere Treviglio una città sempre più interessante, composta da una comunità cittadina sempre più viva.

Chi volesse entrare a far parte dei tavoli di lavoro può rivolgersi al comitato Treviglio22 all’indirizzo email segreteria@treviglio22.it

Il fiume allegro dei bambini nelle vie del centro per il loro Giubileo

Giubilare, gioire, essere lieti: domenica 12 dicembre si respirava aria di festa, tra le note del coro Stecchino d’Oro e la città illuminata per le Feste. Natale è vicino, e come i pastori tanti bambini, affiancati da genitori, nonni e catechiste, si sono messi in cammino, guidati da Santa Lucia e accompagnati dalla musica del baghet.


Un fiume allegro, rumoroso, punteggiato dal chiarore dei lumini, ha attraversato le vie del centro, non passando certo inosservato, per giungere alla Porta Santa. “Ogni volta che attraverserete la porta d’oro ricordatevi che Gesù è vostro amico”: con queste – all’apparenza – semplici parole, don Giovanni Boellis ha spiegato il senso del giubileo ai bambini presenti in Santuario. A seguire canti, preghiere, letture – su tutte il brano del Vangelo di Luca che narra l’episodio di Zaccheo, il piccolo peccatore che riceve nella sua casa il Salvatore – e infine “30 secondi di silenzio”, per ringraziare e chiedere scusa. Perché c’è un Padre che ama e perdona sempre, e c’è una Madre che 500 anni fa con il suo pianto ha salvato Treviglio e ne ha fatta la storia, permettendo a tutti noi di averne una.

Così, sotto lo sguardo della luna splendente nel cielo terso, i piccoli, chiamati per primi a festeggiare la solennità dell’anno Santo trevigliese, sono stati congedati con un pensiero dolce, anteprima del passaggio notturno di Santa Lucia.

Daniela Regonesi

Il gran concerto per l’anno santo nel nome di Giuseppe Verdi

Quattro brani sacri di Giuseppe Verdi, tre dedicati alla Madonna più il «Te Deum». Così, martedì sera, 7 dicembre, il Coro Icat di Treviglio ha dato il via alle celebrazioni per com- memorare i 500 anni del Miracolo delle Lacrime, sotto l’edgida del Comitato Treviglio22.

Nel giorno di Sant’Ambrogio (fu lui, infatti, che diede impulso alla preghiera mediante il canto e la musica) «certe emozioni si riescono a esprimere meglio per mezzo di forme differenti rispetto ai testi; per esempio, il canto e la musica». Così ha esordito mons. Norberto Donghi nel suo inervento finale, prima del «bis» concesso dal Maestro Gianluca Sanna, direttore del Coro Icat.

Con il Santuario gremito nei posti disponibili in rispetto alle norme di sicurezza dettate dalle autorità per il contenimento dell’epidemia, la serata è stata introdotta dal prof. Francesco Chiari che ha tracciato un breve profilo di Giuseppe Verdi e introdotto i quattro canti che si sarebbero ascoltati.

Con più di cento elementi tra coristi e musicisti, Sanna ha diretto con maestrìa sia l’esibizione che l’esecuzione dei brani, dando al pubblico presente una serata di vero coinvolgimento emotivo.

Celebrazione dell’apertura della Porta Santa al Santuario

Mercoledì 8 dicembre alle ore 16 nel Santuario Madonna delle Lacrime di Treviglio è stata aperta la “porta santa”. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo mons. Erminio De Scalzi, abate della basilica di Sant’Ambrogio a Milano e vescovo ausiliario dell’Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini.

Dopo i riti introduttivi, il vescovo si è recato per l’apertura della porta sul sagrato del santuario di via fratelli Galliari, sotto una suggestiva nevicata. La Messa, che ha visto anche la presenza delle autorità cittadine, è stata concelebrata da mons. Norberto Donghi, da tutti i sacerdoti della Comunità pastorale e da diversi religiosi della città

Nell’omelia, dopo aver salutato le autorità sedute nelle prime panche del Santuario e dopo aver ringraziato il prevosto, mons. Norberto Donghi, per l’invito alla celebrazione, De Scalzi ha detto che «con questa celebrazione, Treviglio entra in un particolare tempo di grazia. Quest’anno si ricorda il 500enario del Miracolo della Madonna delle Lacrime che è venerata in questo Santuario in una tradizione plurisecolare che supera anche i confini della città di Treviglio e della diocesi di Milano». Per ricordare quel pianto che salvò la città dalla distruzione, ha aggiunto, «Papa Francesco, cui va tutta la nostra gratitudine, ha voluto dare alla città per l’anno giubilare il dono dell’indulgenza per dischiudere a tutti i fedeli il tesoro della misericordia di Dio». Il giubileo sarà «un evento eminentemente spirituale che ci chiede una fede personale sempre più convinta. Sarà un anno ricco di eventi ecclesiali e civili che ci aiuiteranno a vivere un cammino di speranza per futuro». In particolare, dopo «l’inedita tribolazione della pandemia che ha travolto la nazione e in particolare a Treviglio ha fatto molte vittime. Ci auguriamo che abbia fine e l’anno santo contribuisca a dare a tutti un desiderio di futuro e novità».

L’apertura della porta santa in Santuario, ha aggiunto, «è un simbolo forte. Chiunque entrerà da quella porta si soffermerà in silenzio in preghiera, riceverà la Riconciliazione e l’Eucaristia, sperimenterà la paternità di Dio, senza la quale la fraternità degli uomini non ha rgionevole sostegno. Verremo qui in Santuario per un colloquio sincero e affettuoso con il Signore, nella consapevolezza che trovare il tempo per il Signore è crescere in umanità, cosa di cui noi e la società abbiamo bisogno».

La presenza di una porta, ha detto De Scalzi, «implica l’entrare e l’uscire. Entrare significa trovare accoglienza, il calore di una casa, l’affetto di un abbraccio con Dio, specie per chi manca da tempo da questa casa. Poi però occorre uscire per riprendere il cammino con l’impegno di rinnovare il proprio stile di vita e renderlo sempre più evangelico. Sperimentata la misericordia di Dio, questa va portata nella vita di tutti i giorni». Perché, ha aggiunto, «nessun rito ci può dispensare dall’amare. Nessuno può dispensarsi dall’uscita della porta, pena rendere l’ingresso un rito vuoto». In questo, «ci aiuta Maria, che oggi la liturgia ricorda all’inizio dela sua esistenza quando è preservata da ogni macchia di peccato. L’immacolata concezione è lo spazio umano intatto, incontaminato dal male e dal peccato che accoglie in questo mondo il figlio di Dio».

Siamo chiamati «a sostare in contemplazione davanti a Maria, creatura splendida e bella oltre ogni paragone. Non bella della bellezza transitoria che spesso viene cantata dal mondo, ma sostanziale, interiore, che però credo abbia avuto il suo riflesso anche nel volto di quelsta donna di Nazareth».

«Di questa bellezza abbiamo tutti bisogno. Una bellezza che appartenga innanzitutto alle nostre vite, ai nostri ambienti dove spesso regna il degrado, alle nostre chiese. Voi di Treviglio siete fortunati ad avere un santuario così bello, ma la bellezza appartenga soprattutto alle relazioni». In questo tempo di pandemia, ha aggiunto, «il virus ha rasformato profondamente le nostre relazioni, ma abbiamo capito quanto siano importanti gli altri, gli affetti. Le relazioni ci sono mancate come l’aria, come il respiro. Questa festa diviene allora occasione per noi di essere consolati, indennizzati dallo squallore di certo mondo, dalle bruttezze che di questi tempi feriscono i nostri sguardi e i nostri cuori».

Oggi, ha concluso, «ognuno di noi viene come guidato a guardare le proprie capacità di generosità e bontà che Dio ha nascosto in ogni uomo. Dio ha crato l’uomo capace di un immenso bene. Il bene è possibile, il male non è invincibile». E dunque la Madonna «e in particolare la Madonna delle Lacrime invita stasera tutti a purificare il cuore e a prepararci ad essere, in questo anno giubilare, degna dimora che accoglie il Signore Gesù».

Alla conclusione della Celebrazione Eucaristica, il parroco della Comunità pastorale Madonna delle Lacrime di Treviglio e Castel Rozzone, mons. Norberto Donghi, ha ringraziato il vescovo e ricordato che «da subito ci è parso che l’evento dei 500 anni non si potesse esaurire nel breve tempo della Novena e della festa, non nel 2022. Da subito ci era sembrato importante che l’occasione non fosse solo commemorativa. L’anno santo ci fa cogliere che la fiducia in Maria dei nostri padri è ancora attuale».

In questa Eucaristia, ha aggiunto, «molte cose hanno avuto un valore simbolico. La porta santa, innanzitutto: ci ricorderà per 401 giorni che Cristo è colui che dobbiamo attraversare, assumendo i suoi pensieri e sentimenti». Altro valore simbolico hanno «le ostie di questa Eucaristia: sono state fatte da alcuni carcerati di Opera. Mani che si sono macchiate di sangue, oggi creano il Pane della vita. È un grido di conversione». Infine, «il calice utilizzato durante la Messa, fatto con oro e preziosi dei fedeli donati a Maria».

Mons. Donghi ha anche annunciato di aver ricevuto la comunicazione ufficiale dal Vaticano che Papa Francesco ha invitato i trevigliesi e i castelrozzonesi a un’udienza speciale sabato 23 aprile alle ore 12 in Vaticano, il sabato dopo Pasqua. Nei prossimi giorni saranno date le informazioni per le iscrizioni: l’idea è, per i 500 anni del Miracolo, di portare a Roma almeno 500 fedeli. Ci sarà comunque spazio per tutti: la sala dell’udienza ospita fino a 7mila persone.

Duemila anni di Treviglio, storia di una Comunità

La storia di una comunità. Così l’autrice, Barbara Oggionni, ha definito il volume “Treviglio, duemila anni di storia” presentato domenica 5 dicembre al TNT alla presenza di oltre centro persone nel pubblico. Ha moderato Filippo Magni, direttore del Popolo Cattolico che edita il libro insieme alla fondazione Lorenzo Bergamini nell’occasione dei 100 anni del giornale e dei 500 anni dal Miracolo della Madonna delle Lacrime.

Un volume, lo ha definito Magni, «affascinante: l’autrice ha saputo unire la rigorosità della ricerca storica a un linguaggio in grado di incuriosire anche chi non ha competenze da storico. È un volume – ha aggiunto – che mette insieme diverse ricerche svolte nel corso degli anni e mi ha affascinato il fatto che dia molte risposte, ma lasci anche aperte diverse ipotesi, fa en- trare il lettore nei misteri sui quali gli storici si stanno ancora interrogando». Il saluto istituzionale è stato portato dal sindaco, Juri Imeri, che ha omaggiato anche il ricordo di Lorenzo Bergamini: industriale, imprenditore, benefattore, presidente della Fondazione Cassa Rurale scomparso nel marzo del 2020. Il suo ricordo vive anche nell’omonima fondazione, da lui fondata e ora guidata dalla figlia.

Barbara Oggionni – (foto: Cesni)

Proprio Elisa Bergamini ha tracciato un delicato e commovente ricordo del padre, mentre sullo schermo scorrevano immagini dell’imprenditore impegnato in premiazioni a giovani studenti, seguito da un intermezzo musicale a cura delle flautiste Elena Pettinato e Anna Stucchi. La figura di Lorenzo Bergamini ha attraversato tutta la presentazione, insieme all’idea di comunità che, ha detto Oggionni, emerge nelle ricerche storiche che hanno portato alla stesura del libro. Quest’ultimo ha anche il bollo di autorevolezza di un riconosciuto autore storico, Erminio Gennaro, che lo aveva letto in anteprima e ne ha sottolineato domenica l’utilità, essendo una sintesi, leggibilissima ma altrettanto rigorosa, di tutte le ricerche precedenti.

La conclusione è stata affidata a mons. Norberto Donghi, che ha elogiato la disponibilità, sempre viva, dei trevigliesi e di Lorenzo Bergamini in particolare, di farsi carico delle esigenze della città e adoperarsi per soddisfarle.

Il libro è disponibile presso la libreria Fonte Viva di via Fratelli Galliari e all’edicola Severgnini di piazza Roma. Offerta consigliata 30 euro: tutti i costi di stampa sono stati sostenuti dalla Fondazione Bergamini; dunque, l’intero ricavato sarà devoluto alle opere di restauro della Basilica.

Il 2022 sarà un anno da ricordare per Treviglio

Il 2022 sarà un anno importante per Treviglio, si celebrerà il Cinquecentesimo anniversario del Miracolo della Madonna delle Lacrime. Il Miracolo è un evento religioso di grande rilevanza, ma allo stesso tempo è anche un evento che appartiene al mondo laico in quanto ha caratterizzato inequivocabilmente la vita della città nel corso degli ultimi 500 anni. Il Miracolo della Madonna delle Lacrime è dunque la festa dell’intera città e appartiene a tutti.

L’IMPORTANZA DI LASCIARE UN SEGNO

L’anniversario del Miracolo offre a Treviglio la preziosa opportunità di creare un palinsesto di attività di grande visibilità mediatica sul territorio. Le iniziative celebrative potranno infatti essere di vario genere e potranno essere promosse da più realtà: istituzioni, aziende, associazioni, privati. Il Miracolo rappresenta anche un’occasione importante per lanciare nuove progettualità, iniziative concrete che abbiano una ricaduta sul futuro della nostra comunità.

UN’OCCASIONE DI RILANCIO PER L’ECONOMIA LOCALE

Uno degli obiettivi della celebrazione del Miracolo sarà quello di offrire un’opportunità di rilancio per l’economia della città. Il commercio locale è senza dubbio reduce da anni difficili a causa della recente pandemia e nel 2022, e ora per la sua strategia di rilancio, avrà a disposizione come ulteriori strumenti promozionali gli eventi e manifestazioni dedicate alla celebrazione del Miracolo che richiameranno l’interesse di un grande numero di persone provenienti da altri paesi. Ogni realtà commerciale potrà infatti presentare il suo progetto di utilizzo del logo del cinquecentesimo per sfruttarlo in un’ottica promozionale.

UNA FESTA LUNGA UN ANNO

Il palinsesto delle attività di celebrazione laiche dei 500 anni del Miracolo inizierà a partire dal 28 Febbraio 2022 e si chiuderà con la fine dell’anno. Il mese di Febbraio sarà esclusivamente dedicato alla celebrazione religiosa del Miracolo.

CONDIVIDERE OBIETTIVI COMUNI

Il Comitato Treviglio’22 nasce con lo scopo di offrire un coordinamento a tutte quelle realtà che desiderano celebrare in qualche modo i 500 anni del Miracolo. L’obiettivo è quello di poter garantire per ogni iniziativa degli standard qualitativi e la corretta collocazione all’interno di un unico palinsesto celebrativo condiviso.

PERSEGUIRE UN FINE NOBILE

Il Comitato Treviglio’22 oltre a validare e coordinare le iniziative del palinsesto celebrativo avrà anche la funzione di favorire lo sviluppo di vere e proprie partnership per il perseguimento di progetti che abbiano una ricaduta sociale nel prossimo futuro. I progetti a ricaduta sociale su cui si punterà saranno quelli indicati dalla Comunità Pastorale di Treviglio.

TAVOLI DI LAVORO APERTI A TUTTI

Il Comitato Treviglio’22 prende vita dall’unione di intenti di quattro soggetti provenienti dal mondo religioso (mons. Norberto Donghi), dal mondo delle istituzioni (Juri Imeri), dal mondo economico (Giovanni Grazioli) e dal mondo imprenditoriale privato (Luca Secchi). Il Comitato ha intenzione di attivare una serie di tavoli di lavoro aperti a una pluralità di soggetti che condividono i medesimi obiettivi di fondo.

IL LOGO: L’IMPORTANZA DI UN SEGNO DISTINTIVO

Il cinquecentenario per entrare ufficialmente nella storia ha bisogno di diventare un vero e proprio brand e per questo motivo abbiamo dato vita a un logo riconoscibile che sarà utilizzato in qualsiasi occasione celebrativa. Il logo darà l’ufficialità a tutte le iniziative inserite nel palinsesto dei festeggiamenti del Miracolo. La concessione del logo sarà data direttamente dal Comitato Treviglio’22.

UN SOGNO NEL CASSETTO

La celebrazione dei 500 anni del Miracolo ha l’ambizione di lasciare un lascito alla comunità, vuole perseguire la realizzazione di alcune progettualità che avranno una ricaduta sulla città. Tre saranno gli ambiti in cui le progettualità si concentreranno: cultura, carità socialità.

  • PROGETTI CULTURA È già stato avviato un progetto di ristrutturazione della Basilica. Nel 2022 prenderà anche forma il progetto del Museo della Basilica, un’area espositiva dove poter dare ancor più risalto al Polittico di San Martino.
  • PROGETTI DI CARITÀ Un progetto ambizioso è senza dubbio quello della realizzazione del Polo della Solidarietà. Un’opera che prevede la conversione di immobili della Parrocchia in un complesso innovativo destinato a offrire un supporto concreto a chi è più in difficoltà nella nostra comunità.
  • PROGETTI DI SOCIALITÀ Una delle problematiche principali dei nostri giorni è che i luoghi di aggregazione tradizionali, come gli oratori, stanno sempre di più perdendo interesse nei confronti delle nuove generazioni. L’idea è quella di riprogettare questi spazi dando maggiore centralità alle attività sportive che risultano essere una delle principali attrazioni per i ragazzi. Una profonda riflessione sarà fatta anche sul palinsesto delle attività svolte con la finalità di aggregazione.
Comitato Treviglio22: Mons Norberto Donghi, Imprenditore Luca Secchi, Pres. BCC Treviglio Giovanni Grazioli, Sindaco Juri Imeri

INSIEME POSSIAMO FARE GRANDI COSE

Nel 1522 la nostra città veniva salvata dal Miracolo della Madonna delle Lacrime, un evento straordinario che ha risvegliato il senso di coesione sociale nella nostra comunità. Oggi, dopo 500 anni, dobbiamo dimostrare che quel senso di coesione arde ancora in noi e può essere la marcia in più per rilanciare la nostra città soprattutto dopo le difficoltà affrontate in questi ultimi anni a causa della pandemia.

Il 2022 per Treviglio, grazie ad un impegno collettivo, dovrà diventare un anno del risveglio e per questo un anno da ricordare.

Il Miracolo: ore 8 del 29 febbraio 1522

Si combatteva, a quei tempi, una lunga e sanguinosissima guerra fra il Re di Francia Francesco I e l’Imperatore Carlo V. Conflitto ricordato come “Prima guerra franco-spagnola” che durò dal 1521 al 1526.

LAUTREC

La Lombardia fu teatro di dure battaglie dall’esito alterno. Razzie e saccheggi ne erano l’immancabile corollario. Nei frangenti in cui si inseriscono i fatti qui raccontati era in corso una violenta controffensiva dei francesi che, costretti poco prima a ritirarsi a Cremona, intendevano punire severamente Treviglio per il suo appoggio a Carlo V. Questi erano guidati dal comandante Odet de Foix visconte di Lautrec (1485 – 1528) che le cronache ricordano come un valente comandante militare, ma anche un uomo sanguinario e crudele.

ORDINE DI DISTRUZIONE

I soldati di guardia a Treviglio, comandati dal luogotenente Giovanni Landriano, negano più volte ai francesi viveri ed ospitalità all’interno del borgo, per cui il generale Lautrec, irritato, ordina la distruzione della città. Il 27 febbraio 1522 giunge così a Treviglio la triste notizia che Lautrec si sta muovendo da Cremona con l’intenzione di saccheggiare e distruggere la città. Risultano purtroppo inutili tutti i tentativi di mediazione da parte dei Consoli e del Clero.

NOTTE DI PREGHIERA

La popolazione, perduta ogni speranza umana, pone dunque tutta la sua fiducia in Dio e nella Vergine Maria: le chiese si affollano, si veglia tutta la notte in preghiera. All’alba del 28 febbraio la città si desta gravata da un silenzio funereo, rotto solo da singhiozzi di disperazione. Improvvisamente però una voce si diffonde per ogni contrada, accolta da grande emozione: “Miracolo! Miracolo! L’immagine della Vergine in S. Agostino piange e suda!”.

IL MIRACOLO

Verso le ore 8 di quel venerdì 28 febbraio 1522, l’Immagine della Madonna dipinta sul muro della chiesa di S. Agostino, annessa al monastero delle Agostiniane, incomincia a spargere abbondantissime lacrime dagli occhi e sudore da tutto il corpo.

IL PERDONO DI LAUTREC

I soldati francesi constatano il fatto e, profondamente impressionati, ne informano Lautrec che, a cavallo, giunge subito presso la chiesa di S. Agostino, vi entra e constata che l’Immagine della Madonna è velata di lacrime e di sudore, mentre rimane perfettamente asciutta quella del Bambino, come pure il muro circostante. Il generale Lautrec, impressionatissimo, assicura gli abitanti di Treviglio del suo perdono. Tutta la città esulta di gioia; le campane della città suonano a festa, tutti esultano mentre il generale e gran parte degli ufficiali, in ginocchio, depongono ai piedi della Madonna le armi e le corazze.

IL RICONOSCIMENTO CIVILE

L’evento straordinario viene ufficializzato da un atto pubblico, rogato dal notaio Orfeo Daiberti e sottoscritto dai testimoni. Il 1 giugno del 1522 il Consiglio Comunale di Treviglio delibera l’istituzione, in perpetuo, di una festa l’ultimo giorno di febbraio di ogni anno, a perenne ricordo del miracolo ed in ringraziamento alla S. Vergine.

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